Ken Loach Ha vinto la 69esima edizione del Festival di Cannes con “I, Daniel Blake”, seconda Palma d’oro dopo “Il vento accarezza l’erba del 2006.
Ecco il resto del Palmares
Il Gran Premio della regia è stato attribuito Xavier Dolan, per “Juste la fin du monde”
Eccezionale oremio per la miglior regia ex aequo, al francese Olivier Assays per “Personal shopper” e al rumeno Cristian Mungiu per “Bacalaureat”.
“Salesman” di Asghar Farhadi prende il premio per la sceneggiatura e quello per la migliore interpretazione maschile a Shahab Hosseini. Quello femminile va a Jaclyn Jose per “Ma’ Rosa” di Brillante Mendoza.
Premio della Giuria ad “American Honey” della regista Andrea Arnold.
Un peccato che non ci sia Toni Erdmann della tedesca Maren Ade.
Ecco l’articolo scritto sul film di Ken Loach subito dopo la conferenza stampa-
Ken Loach a Cannes: “Ribellatevi alla politica che soffoca i più deboli”
Il regista inglese porta in concorso sulla Croisette “I, Daniel Blake” e lancia il suo grido contro le ingiustizie
di Cristina Battocletti
E’ un appello alla rivolta contro una società che soffoca i più deboli quello che lancia Ken Loach dalla 69esima edizione del festival di Cannes, dove ha presentato in concorso il suo nuovo film “I, Daniel Blake”. La pellicola racconta la storia di una falegname inglese, Daniel (Dave Jones), che si trova senza lavoro dopo aver avuto un attacco di cuore e probabilmente senza pensione perché un sistema burocratico crudelissimo gli impedisce di compilare correttamente la domanda. In condizioni simili si trova Katie (Hayley Squires), ragazza madre di due bambini, con cui Daniel stringe un legame di solidarietà. Un racconto con forti punte di ironia ma più amaro del solito.
Accompagnato dal sodale sceneggiatore Paul Laverty e dai suoi attori, Loach viene accolto in conferenza stampa con un lungo applauso. “La situazione è scioccante non solo nel nostro Paese ma in tutta Europa. Tra l’Europa e stare divisi scelgo l’Europa che è il male minore. Altrimenti le destre di ciascun paese ne approfitteranno per effettuare una deregulation selvaggia del mondo del lavoro e per distruggere l’ambiente. E’ necessario che le sinistre d’Europa si uniscano per tutelare i più deboli”.
Laverty e Loach hanno girat il Paese sentendo decine di storie. “Vi spezzerebbero il cuore – spiega Loach-. Per questo abbiamo scelto di raccontare il percorso di due individui intelligenti, sicuri, con un mondo amicale solido. Semplici e chiari senza eccessi, perché il messaggio è già forte. Dovevano agire senza movimenti estremi, descrivere l situazione con economia e semplicità”, spiega il regista.
Nel film Daniel aiuta Katie a riparare una casa popolare che finalmente la ragazza ha ottenuto dopo anni di attesa e la accompagna poi al banco alimentare che aiuta gli indigenti fornendoli gratuitamente di generi di prima necessità. “Ci sono decine di migliaia di persone depresse perché hanno perso il lavoro e versano in condizioni di povertà assoluta. Il suicidio per molti si prospetta come unica soluzione, in una condizione di frustrazione, dolore, disperazione. I disoccupati pensano di aver perso il lavoro per loro colpa, e questo è quello che ti fanno credere, ma non è vero”. E per rafforzare il suo pensiero cita Bertold Brecht, con l’intento non di muovere alla commozione ma di muovere alla ribellione.