E' morto Stéphane Hessel. Il mondo perde un grande vecchio, che ci ha insegnato il male degli uomini attraverso la sua esperienza di deportato nei lager nazisti Era un entusiasmante esempio di coerenza pugnace nella lotta contro le ingiustizie che ha dimostrato con il volume "Indignatevi"
Da sinistra, Boris Pahor e Stéphane Hessel
Boris Pahor, scrittore sloveno, oltre all'amicizia, aveva condiviso con Hessel l'esperienza concentrazionaria nel campo di Dora. Al telefono, questa mattina, Pahor ricorda così Hessel: "Ci siamo incontrati per la prima volta a Lubiana, ci siamo abbracciati senza dire una parola. Abbiamo accennato al campo, ma abbiamo parlato soprattutto di Europa. Era un grande uomo e la sua grandezza si manifestava soprattutto nell'umiltà profonda"
Ecco il ricordo che Pahor fa di Hessel in "Figlio di nessuno" (Rizzoli, 2012), libro che abbiamo scritto assieme:
Nessuna memoria del potenziale distruttivo che l'uomo ha dimostrato nel mettere in atto con le tragedie del XX secolo e rimasta nella testa dell'uomo europeo. Stephane Hessel, che ho conosciuto a Lubiana e abbracciato come ex deportato a Dora, ha scritto un volumetto, Indignatevi!,* in cui esorta le masse a muoversi contro l'inanita: "Arrabbiatevi!", incita. Abbracciandolo mi sono complimentato per la sua iniziativa: "Hai fatto bene, e grazie alla tua levatura la tua voce sara ascoltata". Ma mi sono permesso anche di ricordargli che nel 1967, nella mia Necropoli, già avevo parlato del disinteresse per il passato della gente, troppo spesso pilotata dai media. "Come vedi, tra le tue dichiarazioni contro la societa di oggi e quella del mio libro sono passati tanti decenni e possiamo solo constatare che le posizioni del 2011 sono molto peggiorate rispetto a quelle del 1967 e che sono purtroppo due ex deportati a denunciarlo. Voglio sperare, come fai anche tu, che la gioventu abbia una specie di rivelazione e che prenda atto che dipende soltanto da loro se la societa europea domani potra cambiare."
* Add Editore, Torino 2011.