Ieri ricorreva il trigesimo della morte di Pietro Mennea, l'atleta che più di tutti unì l'Italia con i suoi record. Lo ricorda un bel docufilm di Sergio Basso, "Diciannove settantadue", che è stato presentato in anteprima al festival del cinema europeo di Lecce
Si parte dall'aneddoto romanzato che vuole il 15enne Pietro (nel docufilm è un bambino) sfidare una Porche e un'Alfa Romeo sui 50 metri, per poi proporre immagini molto commoventi della "Freccia del Sud" e dei protagonisti della sua vita: i compagni di gara di Barletta, paese in cui era nato, gli allenatori che ne riconobbero il talento e lo trasformarono in un campione, gli amici, i filmati delle gare, gli interventi alla televisione (in cui allenatore e atleta dicevano la verità, senza ostentare sicurezza) , la vittoria olimpionica nel 1980, il primato mondiale dei 200 metri piani detenuto dal 1979 al 1996, con il tempo di 19' 72'', da cui prende il titolo il documentario. In mezzo a tanta fatica, raccontata e filmata, anche alcune scene esilaranti, come il reporter televisivo che intervista la madre di Mennea svenuta per l'emozione dopo la prova olimpica. Non si sa ancora quando uscirà "diciannove settantadue", speriamo presto, anche alla televisione.