Cannes ’71parte nel segno del #MeToo

Con una cerimonia inaugurale improntata alla novità, inizia la 71esima edizione del Festival di Cannes: anzitutto non sono ammessi i selfie sul tappeto rosso e non esistono più anteprime per la stampa per imbavagliare blogger e twitteristi dalla mano troppo lesta, che rovinino con i loro commenti le cerimonie ufficiali. Anche la Croisette poi, come Hollywood, è stata travolta dall’ondata del #MeToo: sono previste manifestazioni contro le molestie sessuali e c’è un numero cui possono rivolgersi le donne importunate. La partecipazione femminile nella giuria è nutrita: oltre alla presidente, Cate Blanchett, ci sono le attrici Léa Seydoux e Kristen Stewart, la sceneggiatrice e regista americana Ava DuVernay, la cantante del Burundi Khadja Nin.


La competizione si apre con un film del premio oscar iraniano Asghar Farhadi, Todos lo Saben, interpretato da Penelope Cruz e Xavier Bardem. Cruz veste i panni di Laura che, con la sua famiglia, lascia Buenos Aires per tornare nella sua città natale Madrid, dove riemergono i segreti di un passato che turba la tranquillità della sua vita e della sua famiglia. Come ne Il passato e in Una separazione, il premio Oscar, che ha anche scritto la sceneggiatura, ripercorre i difficili nodi delle relazioni familiari e sentimentali facendo emergere fantasmi che mettono un essere umano davanti alle proprie forze e debolezze e che disvelano scenari imprevedibili.
Tra i nomi più attesi dai cinefili sulla Croisette ci sono quelli di Jafar Panahi, che difficilmente potrà raggiungere Cannes per motivi politici, Spike Lee, Nuri Bilge Ceylan e Lars von Trier, tolto dal freezer in cui era stato messo per qualche tempo per le battute filonaziste.
Il primo italiano al Festival sarà Stefano Savona con il documentario La strada dei Samouni alla Quinzaine des Réalisateurs, sezione che verrà chiusa dal film di Gianni Zanasi, Troppa Grazia. In un Certain Regard c’è Valeria Golino con Euforia. Per il concorso dovremmo attendere domenica Alice Rohrwacher con Lazzaro Felice e tra dieci giorni Matteo Garrone con Dogman. Nella sezione dei corti La lotta di Marco Bellocchio.